Obama - Foto web
La strage nella scuola di Newtown, Connecticut, nella quale sono morte 28 persone di cui 20 bambini, ha scoperto una delle ferite più profonde della società americana: l'utilizzo e il possesso di armi da fuoco. Già in passato diverse carneficine avevano sollevato polemiche e aperto dibattiti sulle leggi che regolamentarizzano il possesso di armi da parte di privati cittadini, ma la maggioranza degli americani si era sempre schierata a favore delle vigenti norme. Il caso di Newtown, però, ha scosso l'opinione pubblica a tal punto da spingere il presidente Obama a preparare la stesura di una legge volta a limitare il possesso delle armi d'assalto.
Dietro alla decisione del governo USA sta anche un cambiamento radicale nella mentalità del popolo statunitense: se in passato il divieto di possedere un'arma era considerato un atto antidemocratico, adesso il 59 percento dei cittadini americani si è detto favorevole a una sostanziale diminuzione della circolazione delle munizioni nel paese. Il 50 percento degli intervistati dal Washington Post e Abc ritiene che la disgrazia di Newtown non sia dovuta solamente all'atto isolato di uno squilibrato, ma che mostri un problema alla base della società americana: quello, cioè, del porto d'armi indiscriminato. Le statistiche, del resto, confermano la loro posizione: secondo la mappa pubblicata dal Guardian, il numero degli omicidi da arma da fuoco cresce in maniera direttamente proporzionale al loro possesso: nei paesi in cui il porto d'armi è diffuso come negli Stati Uniti, insomma, c'è una maggiore probabilità che si verifichino omicidi e stragi.
Che Obama riesca finalmente a prendere provvedimenti a riguardo? Non lo sappiamo, ma il silenzio della National rifle association, la più potente lobby legata alle armi degli Stati Uniti, potrebbe lasciar spazio a qualche speranza in più che nel passato.
Il discorso di Obama dopo la strage