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Rock in the Parlamento/38 Settimana decisiva!

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Di Emilia De Biasi

Pare che questa sia la settimana decisiva. Dopo il voto di fiducia alla Camera sulla legge di stabilità Monti ha dichiarato che andrà dal Presidente Napolitano per rimettere il mandato. A quel punto il Presidente dovrebbe sciogliere le Camere e il Ministro degli Interni indicare la data delle elezioni, che si terranno, si presume, nel mese di febbraio. Nel frattempo i partiti si organizzano. Oddio, organizzare è una parola grossa: il Pdl, che si astiene da un po' nei voti di fiducia al governo Monti, pensa al Monti come capo dei moderati. E allora perché si astiene? Ma nel contempo lo stesso PDL non sa ancora se Mr. B si ricandiderà o se il nuovo capo sarà Alfano. La destra dice che non ci pensa nemmeno ad andare con Monti. Quando si dice la chiarezza...

In casa PD, in compenso, si preparano le primarie di fine anno per la scelta dei candidati per il Parlamento, previste per il 29 e il 30 dicembre. Sì avete letto bene. Oggi la Direzione Nazionale stabilirà le regole. Parteciperò e vi farò sapere. Speriamo che le donne ce la facciano e possano (possiamo) avere una rappresentanza femminile più alta dell'attuale scarso 20%! Tempi stretti dunque. Ah, democrazia...cosa non si fa per te!

Senza considerare il freddo pazzesco. Sabato ero ai seggi a Milano per le primarie che decidevano il candidato del centrosinistra alla Presidenza della Regione Lombardia. Hanno votato in tanti, attraversando la neve e la pioggia. La voglia di partecipare è alta.

La politica è stata troppo distante dai cittadini. E questo riguarda tutta la politica, non solo una parte. Un grande in bocca al lupo a Umberto Ambrosoli! Dell'altro schieramento non so, perché non ha ancora preso una decisione. Quanto a noi parlamentari va detto che lavoreremo kantianamente "come se" per tutta la settimana. Voteremo sull'Ilva, la più grande tragedia della crisi italiana, stretta fra tutela della salute e mantenimento del posto di lavoro; continueremo le sedute di commissione, anche se mi chiedo a cosa servirà, se ci sciogliamo; nell'Ufficio di Presidenza discuteremo del prossimo Bilancio della Camera, che ci sarà, indipendentemente dalle elezioni, perché la vita delle istituzioni va avanti lo stesso, e per fortuna.

Infine ci occuperemo del Bilancio dello Stato e della legge di stabilità, in un clima prenatalizio, che immagino assai poco festoso.

Ma in queste ore due sono gli enigmi che tormentano gli italiani. Mario Monti si candiderà? Vedremo. Ma soprattutto il Festival di Sanremo slitterà di data a causa delle elezioni? Qualcuno per favore mi spieghi cosa hanno a che fare le canzoni con la politica, e mi dia una ragione per cui gli italiani sarebbero così imbecilli da decidere chi votare a seconda dell'eventuale monologo di un attore, o di un'attrice durante il Festival.

Messaggio alla Rai: non fare come i peggiori politici, rispetta le persone, la loro intelligenza, la loro libertà. Sono solo canzonette, si diceva un tempo. Spostare una manifestazione canora ha il sapore della censura. Ci sono cose più importanti di cui preoccuparsi, come i rimborsi coi soldi pubblici per cene, leccalecca e videogiochi. O per l'acquisto, con le nostre tasse, del famoso volume Mignottocrazia da parte della consigliera regionale Minetti che pare abbia candidamente replicato: "Non vorrete indietro i 16 euro del libro?". No signora, vorremmo indietro l'onore delle istituzioni, se non le spiace...


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